La coltivazione dei limoni
Figura chiave di questa coltivazione era Il giardiniere: tecnico esperto delle limonaie era responsabile della produzione e della salute delle piante di limone e per questo viveva con la sua famiglia vicino alla limonaia. Nel momento della copertura veniva aiutato da artigiani, falegnami, vetrai e varia manovalanza che prelevavano il materiale dai caselli, magazzini appositamente costruiti vicino alla limonaia, sistemavano le assi di copertura e le finestre verso sud e chiudevano la serra e in primavera facevano il lavoro inverso, riparavano il materiale danneggiato e lo ricollocavano nei caselli. A fine primavera le piante andavano potate e la raccolta (spicanda) avveniva 4 o 5 volte l’anno. I limoni raccolti venivano consegnati alla Società Lago di Garda che si occupava di contarli e distribuirli ai clienti o incartati uno ad uno e spediti direttamente dai proprietari della limonaia nel nord Europa.
Splendidi giardini-serra con muri e pilastri che si arrampicano nella montagna, in totale armonia con l’ambiente. Si tratta di costruzioni agricole, oggi attrazioni, che costituiscono una testimonianza del passato del luogo, nonché patrimonio storico e architettonico.
Non si coltivavano solo piante di limone, anche se queste erano la parte più consistente, ma anche cedri particolarmente apprezzati durante la festa dei tabernacoli dagli ebrei della corte dei Gonzaga a Mantova, arance (portogal) e arance amare ora materia prima per una gustosissima marmellata ma allora prezioso portainnesto del limone
Queste singolari strutture sono i segni tangibili di un passato in cui la coltivazione dei limoni rivestiva un’importanza cruciale per l’economia del lago di Garda.